Con il sottotitolo: Il marziano è vivo e lotta insieme a noi, questo libro è un’opera collettiva di: Aladin (Aladin Hussein Al Baraduni), Andromalis, Croma (Claudia Romagnoli), Jump, Nigra Pica, Marco About, Marta Bianchi, Mauro Sgarbi, Tilf, Er Pinto, Yest (Mattia Pisauro); i racconti in prosa sono di Enrico Astolfi, la postfazione di Gaia Cocchi. L’idea prende spunto dall’opera teatrale Un marziano a Roma di Ennio Flaiano e ogni autore interpreta a suo modo la presenza dell’extraterrestre in un diverso quartiere della capitale; alcuni autori lavorano in coppia, altri sono presenti con più storie, per un totale di 12 brevi fumetti e quattro racconti in prosa. Dopo questa lunga ma doverosa descrizione, passiamo ad esaminare i fumetti che, graficamente, sono tutti distanti dagli stili classici. Tilf ricorda molto da vicino Gianluca Lerici, a colori. Andromalis costruisce tavole (colorate in un caso, in bianco e nero in altri due) psichedeliche, con componenti geometrici. Croma, con bianco, nero e celeste, sembra rifarsi a tempi passati, mi ricorda un po’ Giampaolo Chies e un po’ Antonio Tregnaghi. Aladin sforna belle tavole a colori con campiture bianche, personaggi antropomorfi molto espressivi e dinamiche scene d’azione; per certi versi è il migliore del gruppo. Marta Bianchi realizza tavole con un’unica vignetta, in toni di grigio. Marco About disegna personaggi deformi che si muovono in una zona sporca della città, il suo marziano è un bambino. Mauro Sgarbi ha uno stile piuttosto piatto, fatto di primi piani, mezzi busti e poche panoramiche. Nigra Pica usa solo colori, non il nero, in una storia tutta didascalica. Yest, con il suo stile grottesco, è più accademico degli altri. I testi sono sempre piacevoli e la breve lunghezza degli episodi facilita il ritmo di lettura di tutto il libro, che assomiglia molto alle tante antologie dei collettivi di autoproduzione.
Due tavole di Andromalis. |
Due tavole di Jump. |
Il libro è pubblicato dalle Edizioni Il Galeone, costa 15 euro e può essere ordinato sul sito.
Sembra bello. Non per essere il solito vecchio mugugnatore, ma secondo me quando questo tipo di cose a contenuto socio-politico usciva sulle riviste (Eureka, Horror etc.) raggiungeva più pubblico e perciò era più efficace. Ma io tendo a idealizzare il passato.
RispondiEliminaL'argomento "riviste" mi sta molto a cuore, credo che il tuo ragionamento sia valido per gli anni '70. Poi, quando di riviste ne uscivano una marea, ed erano belle patinate, l'attenzione del pubblico era minore e tante cose passavano inosservate.
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