Questa pagina è da considerarsi in divenire e sarà periodicamente aggiornata con il progredire della lettura delle riviste. La prima stesura è del settembre 2018.
Premessa 2: Il mio "metodo" di lettura dei fumetti
Nella seconda metà del 2008 le vicende della vita mi portarono ad avere modo, per la prima volta, di iniziare a sistemare tutti i miei fumetti (che oggi sono 18 mila) su una serie di scaffalature in una stanza di casa mia. Non solo: la cosa più importante fu quella di poter elencare tutto questo materiale in un file di Excel che mi permette di trovare velocemente quello che cerco, cosa non sempre facile perché, per motivi di spazio, sui ripiani i fumetti sono disposti in file doppie o triple e quindi più di metà del contenuto non è a vista. Il lavoro di sistemazione, fatto nel poco tempo libero, continuò per anni e fu in questo periodo che mi resi conto di avere troppi fumetti da leggere, più di quanti sarei riuscito in tutta la vita. Così dovevo prendere decisioni, adottare un metodo. Suddividendo tutto quanto in tre grandi macro categorie: giornalini, riviste e libri, la decisione fu la seguente. I giornalini non li avrei mai letti, i libri al contrario li avrei letti tutti e per le riviste dovevo pensare ad una via di mezzo. La decisione di non leggere molti dei giornalini in mio possesso è più che altro una constatazione dello stato di fatto: se in vent'anni e oltre non ho mai avuto voglia di leggere qualcosa, tanto vale togliersi il pensiero di doverlo fare prima o poi. Per i libri invece constati che quelli non ancora letti non erano poi tanti, se misurati con il tempo che occorre, e quindi la cosa era fattibile. Per le riviste, in particolare quelle degli anni '70, mi resi conto di avere più che altro voglia di sfogliarle per scoprire cosa nascondevano.
Premessa 3: La collezione delle riviste
Non ricordo se era il 1991 o il '92, ma certamente durante una delle prima mostre mercato da me organizzate a Certaldo, quando un commerciante che era in visita e non aveva lo stand, si offrì spavaldamente di acquistare i miei Dylan Dog della serie originale usciti fino a quel momento, offrendomi il triplo del prezzo di copertina. Mi disse poi di aver acquistato un enorme lotto di riviste e così fissammo di incontrarci al suo magazzino per fare questo scambio. Le riviste erano veramente tante, lui disse di averle prese in blocco a scatola chiusa e di averle pagate "150 lire a pezzo, l'una per l'altra". Me le avrebbe vendute lasciandomele scegliere ad una ad una, a 500 lire quelle "normali" e 1.000 lire le "speciali", che poi erano gli Eureka contenenti Magnus e tutte quelle con il dorso quadro: Sgt. Kirk, prime annate di AlterLinus, supplementi di Linus e di Eureka. Non aveva scatole da darmi e così riempimmo, alla rinfusa, il bagagliaio dell'Alfa 33 con svariate centinaia di riviste. Un aneddoto particolare riguarda una rivista secondaria, Mago West, di cui credevo di aver preso tutta la serie completa. Quando molti anni dopo mi resi conto che mi mancava l'ultimo numero lo cercai per mari e per monti, riuscendo a trovarlo solo poco tempo fa su eBay. Il mistero fu allora svelato: non c'è la testata, in copertina non c'è scritto "Mago West", se non piccolissimo su un lato e dunque quell'albo mi sarà passato fra le mani ma lo avrò scartato perché non mi sembrava una rivista. Quel giorno gettai le basi per le collezioni di tutte le riviste; negli anni successivi, frequentando mostre mercato come Lucca, Prato, Reggio Emilia ed altre, trovai molti numeri mancanti e serie complete di riviste minori, poi mi fermai. Ho ripreso solo dopo aver sistemato tutto, come detto nella premessa 2.
Leggere le riviste
Nel 2012, quando decisi di leggere sistematicamente tutte le riviste delle mie collezioni, per prima scelsi Sgt. Kirk perché non è fra le più ricche di numeri usciti ma nemmeno fra le ultime. L'esperienza di lettura fu appagante e pensai così di proseguire con un altra rivista, puntando in alto con Eureka. Dopo solo 14 numeri (da novembre 1967 a dicembre 1968) fui preso dalla noia e mi resi conto che non era il caso di leggere per intero tutte le riviste. Nei primi mesi del 2013 mi venne così l'idea di procedere trasversalmente, anziché una rivista dopo l'altra, annata per annata con tutte le riviste uscite. Il primo periodo, fino al '68 fu ovviamente monotono perché avendo già letto tutti i numeri di Sgt. Kirk ed i primi di Eureka rimaneva solo Linus con i suoi satelliti e poco altro. Dal 1969 riprendendo Eureka ed essendoci anche altri titoli la cosa comincia a farsi varia ed interessante, soprattutto dal 1972 con l'uscita de Il Mago.
A questo punto è bene precisare in cosa consiste la via di mezzo adottata per le riviste. In pratica più che leggere in realtà sfoglio tutti i numeri di tutte le riviste, leggendo solo alcune cose, quelle che mi piacciono. In particolare leggo tutti i fumetti avventurosi, scartando quelli umoristici e dando attente occhiate ai redazionali. Ci sono diverse eccezioni a tutto questo, ad esempio leggo, seppure si tratti di fumetti umoristici: Peanuts, Pogo, Doonesbury. Sull'altro versante, quello dell'avventura, non leggo: quelle storie che possiedo in volume (e magari le ho già lette), quelle stampate troppo male o a tavole rimontate e semplicemente quelle che proprio non mi piacciono.
In questo modo potrei riuscire a smaltire velocemente molte riviste, ma il tutto procede a rilento perché subisce svariate interruzioni. Innanzi tutto quando acquisto qualcosa lo leggo subito (non come succedeva negli anni '90 quando compravo molto e leggevo poco), poi sto alternando le riviste anni '70 alle collane di albi uscite come supplementi negli anni '80 (le varie collane della Nuova Frontiera, gli Albi di Orient Express, gli Albi di Pilot, gli Albi di Frigidaire, i supplementi a 1984, ecc.) un po' per variare e poi perché sono letture veloci e mi forniscono materiale per gli articoli del blog!
C'è poi da aggiungere che oltre alle riviste uscite in edicola ho inserito in quest'operazione anche le pubblicazioni distribuite per altri canali, di cui ho tutti i numeri: Comics, Il Fumetto, IF, Wow, Gulliver, Glamour, ecc.
Disporre su un tavolo tutti i numeri delle riviste usciti in un anno e poi sfogliarli, guardando le pubblicità, le recensioni, le rubriche della posta, ecc., è come immergersi nel clima di quel periodo. Fra le pagine a fumetti poi spuntano sorprese che non t'aspetti (o che proprio non ricordavi), moltissime tavole che non sono mai state ristampate, un piccolo tesoro che si trova scavando nella carta.
La fine della
prima stagione delle riviste a fumetti
Le riviste a
fumetti, che qualcuno chiamava “d’autore”, altri “di prestigio”, sono uscite
dal 1965 alla seconda metà degli anni ’90. Sono sempre stato un appassionato di
riviste, ed ho sempre pensato che il lungo periodo in cui sono usciti circa
3.000 numeri in totale, può essere diviso in due “stagioni” principali, la
prima delle quali ha avuto, come testate più importanti, in ordine di
apparizione: Linus, Sgt. Kirk, Eureka, Il Mago, Alter Linus. La mia attività di lettura è
ora giunta al 1980, ovvero al punto di svolta, e questo mi porta a riflettere
sul diverso ruolo che le riviste hanno avuto, nei confronti dei lettori, nella
loro prima gloriosa stagione, rispetto alla successiva. Anche non avendo
presente un quadro completo delle pubblicazioni da edicola e da libreria nel
1964 (l’anno della mia nascita), non credo che all’epoca fossero molti i
fumetti stranieri contemporanei conosciuti in Italia; c’era tutto un mondo da scoprire. Il
ruolo che le riviste assunsero fu proprio quello di presentare quanto di buono
si trovava in giro. Delle cinque testate di cui sopra, soltanto Sgt. Kirk
seguì una linea ben precisa, le altre, per tre lustri diedero l’impressione di
navigare a vista. In ognuna di quelle riviste poteva starci di tutto; Eureka,
ad esempio, era particolarmente votata alle strisce umoristiche autoconclusive,
ma non disdegnava di ospitare brevi racconti di altro tipo, magari scritti da
Max Bunker o attingendo alla produzione Marvel. Pubblicò, a puntate, il Fouché
di Secchi e Piffarerio e l’Orlando Furioso di Pino Zac, questo per
evidenziare che la linea editoriale poteva essere tradita. Lo stesso si può
dire, con maggiore facilità e abbondanza di esempi, delle altre concorrenti.
Negli anni dal
1979 al 1981, quindi esattamente al cambio di decennio ed in coincidenza con la
nascita delle “nuove” riviste (1984, Totem, Frigidaire,
ecc.), queste quattro colonne portanti degli anni ‘70 (escludo Sgt. Kirk
che non usciva in edicola e sarebbe sopravvissuta ben poco negli anni ’80) mostrarono
una stanchezza ben palpabile.
Linus dimezzò il formato da gennaio 1979, abbandonando i fumetti
avventurosi (salvo qualche raro recupero) e trovando, senza di essi, una sua
dimensione ben definita, come mai in passato era avvenuto, grazie anche
all’arrivo di Sergio Staino che si affianca ad Altan e insieme saranno due
porta bandiera della rivista per tutti gli anni ’80.
Il Mago chiuse i battenti alla fine del 1980, dopo aver pubblicato
autori di richiamo, del calibro di Magnus e Crepax, e proposto ottime storie
che non mi risulta siano poi state ristampate in volume: Ulmak di Hrom
di Reggiani e Wupi, La scure degli Uttahr Pradesh di Enrico Pandiani, Essere
e non avere di Daniele Panebarco.
Eureka tentò un rilancio nel 1980, con l’introduzione dei fumetti
giapponesi e le dieci puntate del Pinocchio super robot di Bunker e
Chies; non andò bene e l’anno successivo seguì le orme di Linus nella
riduzione del formato, con risultati ben diversi. Eureka chiuse nel
1984, durante la gestione di Silver e Castelli, quando cessò l’attività della
casa editrice.
Alter nel 1979, anziché aumentare le pagine per accogliere quegli autori
che non trovavano più posto nella testata madre, addirittura le diminuì, passò
dalla rilegatura al punto metallico, aumentò il colore ma anche il prezzo. Un
discorso a parte meritano i primi quattro mesi del 1980, quando Alter
tentò un esperimento mai visto prima, con i famosi “manifesti”. Se con questa
innovativa formula gli autori avessero realizzato opere che sfruttassero lo
“spazio – poster”, avrebbe potuto essere la migliore pubblicazione partorita
dal mondo del fumetto italiano. Invece si trattò di 32 normalissime pagine a
colori, stampate su cartoncino, sedici per ciascuna facciata, con enormi
difficoltà di lettura. Non sorprende la bocciatura netta da parte dei lettori,
ed il dietro front dopo solo quattro mitici numeri. Alter continuò la
sua corsa per altri sei anni, variando più volte veste editoriale e contenuti,
ma mantenendo un buon livello.
Il periodo
transitorio, il passaggio di consegne fra le “vecchie” e le “nuove” riviste,
possiamo farlo terminare con la chiusura di Eureka nel 1984 o due anni
dopo quando anche Il grande Alter (terza incarnazione di (Alter Linus
– Alter Alter) cessa le pubblicazioni; quella che è certa è la data di
inizio: quel 1980 quando, con Totem, i lettori delle riviste a fumetti
conoscono le copertine plastificate, le pagine patinate, la rilegatura a filo e
da quel momento nulla sarà più come prima. Una stagione si stava chiudendo ed
una nuova era già iniziata.
1984: una grande annata per le riviste
A ottobre 2022 terminai la lettura dell'annata 1983 e, visto che pochi giorni dopo ci sarebbe stata Lucca Comics, con il conseguente acquisto di una gran quantità di fumetti, decisi di fare una pausa. Era la prima volta che il rituale del "cambio di stagione", cioè rimettere a posto le riviste di un'annata e prendere dagli scaffali quelle della successiva, sarebbe avvenuto in due momenti diversi. Le letture degli acquisti fatti a Lucca e nei mesi successivi, si sono protratte fino a gennaio inoltrato e solo allora ha iniziato con le riviste del 1984.
Annata importante, se non altro per la nascita di Comic Art, la nuova veste editoriale di Orient Express e di Pilot (entrambe in casa Bonelli), la chiusura di Eureka. Contando anche le riviste amatoriali, ben numerose in quell'anno (Glamour, Image, Exploit Comics, Nostalgia Comics, Il Fumetto), si arriva ad un totale di 130 riviste presenti in biblioteca, la cui lettura si protrarrà ancora a lungo.
Ultimo aggiornamento 4 marzo 2023
Nessun commento:
Posta un commento