La seconda storia è completamente surreale. Riparte dal punto preciso in cui si era chiusa la precedente, con Sophie nuda che viene raccolta da una famiglia di messicani, la cui madre si trova nel medesimo carcere americano da cui lei è fuggita. La stessa Sophie organizzerà l’evasione con l’aiuto di un gruppo di scheletri, due corvi parlanti, ed altri strani personaggi. Ma sarà la madre stessa che si gonfierà come un dirigibile per riportare tutti a casa e poi sciogliersi e fondersi con la terra, dove nascerà una foresta. Nel finale, gli aerei militari americani bruceranno tutto col napalm. Sophie è una serie molto simbolica ma poco entusiasmante e non ha molto a che vedere con la “serie madre” da cui deriva. Non stupisce che i due autori argentini siano poi tornati a narrare le avventure di Alack Sinner.
Il volume è
reperibile sul mercato dell’usato.
A me era piaciuto. Simbolismo e un po' di legittimo vittimismo terzomondista, certo, però il tutto era rivestito da un'aura di ironia (che forse ho visto solo io).
RispondiEliminaIronia non saprei, forse dovrei rileggere ma non ho voglia. Se la prima storia in qualche modo può andare, la seconda non mi dice assolutamente niente.
EliminaLa seconda è quella che mi è piaciuta di più :D
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