Lorenzo Palloni propone una riflessione sociopolitica, attraverso le vicende di una comunità chiusa. Nel mondo c’è una guerra, fra le “armate del nord” e quelle del sud, non sappiamo altro. I familiari dei disertori vengono deportati in isole adibite a prigioni, ma in una di queste i detenuti riescono a prendere il controllo e decidono di restare a vivere lì, completamente isolati dal resto del mondo. A Palloni non interessa il realismo di certe soluzioni, dobbiamo solo partire da un gruppo di individui che vive in democrazia. Sono passati 40 anni e molti degli abitanti sono nati sull’isola, cresciuti con l’idea del totale rifiuto di tutto ciò che viene da fuori. Un giorno sbarca sull’isola una persona vestita da militare, dice di essere un disertore e chiede asilo. Le discussioni che nascono cominceranno a far scricchiolare quella società in cui tutte le decisioni si prendono collettivamente, dove a tutti è garantita un’abitazione e un lavoro, dove non circola moneta e sono bandite armi e violenza. La democrazia è fragile ed è sufficiente non essere tutti d'accordo su una decisione da prendere, per metterla in crisi. Nelle 118 tavole, ci sono colpi di scena, rivelazioni, squarci sul passato e fatti drammatici, fino al breve epilogo che segue i quattro capitoli. Il tipico tratto di Palloni soffre ancora della scarsa riconoscibilità dei personaggi, ma questo è l’unico appunto che posso fare. La sceneggiatura non prevede una gabbia rigida, ma variabile secondo le necessità, il ritmo di lettura è piacevole ed il libro nel complesso risulta molto bello.
Il libro è pubblicato da Saldapress, costa 19,90 euro e può essere ordinato sul sito.
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