I tre numeri
semestrali della rivista – libro Under Dark Weird Fantasy Ground, usciti
fra il 2014 e il 2015, segnarono l’esordio di Michele Nitri come editore che
subito dopo fonderà la Hollow Press. Ogni fascicolo, di 96 pagine in bianco e
nero, è in tiratura limitata a 700 copie numerate (per il terzo numero le copie
scendono a 550) e contiene fumetti in lingua inglese.
Mat Brinkman propone una storia senza parole, intitolata Cretin: keep on creep’n creek, che semplicemente segue il percorso di un pezzo di carne, un arto superiore vagamente umano. Questo cade accidentalmente da un contenitore, viene gettato in uno scarico e attraverso una specie di fogna, viaggia finché non viene ripescato, tagliato e un pezzo finisce in tavola, opportunamente cucinato. Gli avanzi proseguono nella fogna e nell’ultima tavola la massa informe di carne è nuovamente agganciata. Non è dato sapere se è una fine, mancando qualsiasi indicazione.
Miguel Angel Martin con The emanation machine è in gran forma, ci mostra due strani personaggi alla ricerca di questa fantomatica macchina dell’emanazione. Nelle ultime tavole devono perfino soddisfare sessualmente due marinai per avere un passaggio. La terza puntata si interrompe prima che siano arrivati e dunque la storia non è conclusa.
Tetsunori Tawaraya presenta The high bridge, una storia talmente surreale da risultare piuttosto ostica. Nella prima parte, senza parole, assistiamo ad una nascita. Nella seconda parte il nuovo essere viaggia, mentre altri combattono, ed arriva al castello di Mr. Diamond, un dio in questo strano mondo. Nella terza parte avviene una trasformazione e Mr. Diamond diviene una nuova specie; sembra una conclusione.
Ratigher con Five mantles ci fa accompagnare due sorelle ed altri personaggi, in oscuri sotterranei dove, fra mille pericoli, riescono a sopravvivere grazie ai poteri che i cinque mantelli donano loro. La terza parte presenta la malinconica scritta “continua”.
Paolo Massagli è l’unico che pone la parola “fine” alla sua storia senza parole, intitolata Hell. Una ragazza appena morta arriva all’inferno, con le cicatrici dell’autopsia ben evidenti, e si fa strada fra demoni con attributi femminili.
Si potrebbe dire che questi tre numeri sono dei bellissimi oggetti, indipendentemente dai contenuti, ma resta l’amaro in bocca per le storie non portate a conclusione, in particolare per quelle di Ratigher e Martin.
Mat Brinkman propone una storia senza parole, intitolata Cretin: keep on creep’n creek, che semplicemente segue il percorso di un pezzo di carne, un arto superiore vagamente umano. Questo cade accidentalmente da un contenitore, viene gettato in uno scarico e attraverso una specie di fogna, viaggia finché non viene ripescato, tagliato e un pezzo finisce in tavola, opportunamente cucinato. Gli avanzi proseguono nella fogna e nell’ultima tavola la massa informe di carne è nuovamente agganciata. Non è dato sapere se è una fine, mancando qualsiasi indicazione.
Miguel Angel Martin con The emanation machine è in gran forma, ci mostra due strani personaggi alla ricerca di questa fantomatica macchina dell’emanazione. Nelle ultime tavole devono perfino soddisfare sessualmente due marinai per avere un passaggio. La terza puntata si interrompe prima che siano arrivati e dunque la storia non è conclusa.
Tetsunori Tawaraya presenta The high bridge, una storia talmente surreale da risultare piuttosto ostica. Nella prima parte, senza parole, assistiamo ad una nascita. Nella seconda parte il nuovo essere viaggia, mentre altri combattono, ed arriva al castello di Mr. Diamond, un dio in questo strano mondo. Nella terza parte avviene una trasformazione e Mr. Diamond diviene una nuova specie; sembra una conclusione.
Ratigher con Five mantles ci fa accompagnare due sorelle ed altri personaggi, in oscuri sotterranei dove, fra mille pericoli, riescono a sopravvivere grazie ai poteri che i cinque mantelli donano loro. La terza parte presenta la malinconica scritta “continua”.
Paolo Massagli è l’unico che pone la parola “fine” alla sua storia senza parole, intitolata Hell. Una ragazza appena morta arriva all’inferno, con le cicatrici dell’autopsia ben evidenti, e si fa strada fra demoni con attributi femminili.
Si potrebbe dire che questi tre numeri sono dei bellissimi oggetti, indipendentemente dai contenuti, ma resta l’amaro in bocca per le storie non portate a conclusione, in particolare per quelle di Ratigher e Martin.
Massagli dal n. 1. |
Tawaraya dal n. 1. |
Brinkman dal n. 2. |
Ratigher dal n. 2. |
Martin dal n. 3. |
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