Danilo Manzi crea
un mondo terribile, ma ricco di spunti, affascinante ed interessante. La razza
dominante è quella degli “omuncoli”, esseri umani con testa e mani enormi,
decisamente sproporzionati; gli “storti” sono quelli che nascono deformi, dal
punto di vista degli omuncoli, normali per come li vediamo noi. I primi si
nutrono dei secondi, allevandoli come animali; gli storti però ogni tanto riescono
a fuggire, organizzarsi in gruppi di resistenza e compiere attacchi o
liberare altri loro simili. Il protagonista di nome Roova è un omuncolo che improvvisamente
si trasforma in storto, scoprendo poi di riuscire a controllare le mutazioni e
l’esistenza altri suoi simili, una nuova razza i cui componenti verranno chiamati
“ibridi”. Gli omuncoli comunicano fra loro non solo verbalmente, tanto che ogni
loro dialogo è formato da tre frasi: quella scritta normalmente è ciò che
esprimono a parole, fra due parentesi tonde troviamo i pensieri, mentre due
parentesi angolari racchiudono associazioni libere. Quest'interessante
invenzione, spiegata prima dell’inizio della storia, è sfruttata solo nel primo
capitolo, che si svolge fra gli omuncoli, poi si perde, dal momento che gli
storti si esprimono normalmente. La storia è molto bella, coinvolgente,
appassionante, offre spunti di riflessione. L’autore lo definisce come un
racconto sull’incomunicabilità ma anche sul rapporto fra padre e figlio. Il
libro, tirato in 600 copie nell’edizione in italiano, si compone di 192 pagine
non numerate, nel formato 15 x 21 di una bella carta uso mano. Alla copertina
nel classico stile nero della Hollow Press, si aggiunge una sovra copertina in
viola e giallo, i colori rispettivamente degli omuncoli e degli storti, che con
le loro sfumature pastello caratterizzano i disegni del fumetto.
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