L’opera più famosa di Tuono Pettinato, portata anche a teatro, è, a mio avviso, la conferma della mancanza di ritmo nelle storie lunghe del compianto, geniale autore. È La storia di un giornalista che viene incaricato di occuparsi di un tragico caso di cronaca nera, l’uccisione di un bambino. Il nostro vuole prendere le distanze dalla spettacolarizzazione dell’evento, ma è costretto dall’editore a rivedere i suoi propositi, finché il caso non gli viene tolto. Tuono Pettinato denuncia uno dei tanti malcostumi della nostra epoca e lo fa con fumetto estremamente frammentario, che procede con “capitoli” di poche pagine, quasi sempre molto dialogati. Si tratta di un gran bel libro, di un’opera importante, che si legge con piacere e coinvolgimento, e che riesce nell’intenzione di far riflettere. Rimango però dell’opinione che Andrea Paggiaro ha dato il meglio di sé sulla breve distanza, nei fumetti fulminanti di poche tavole.
Il libro è esaurito in tutte le ristampe che ha avuto ed occorre rivolgersi al mercato dell’usato.
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