sabato 6 agosto 2022

Ultime letture: Proposal n. 1

Ennesimo tentativo di riproporre una rivista contenitore, questo della 001 Edizioni del 2006, si fermò al primo numero, un albo di piccolo formato, brossurato con 32 pagine in bianco e nero, firmato da Manfredi Toraldo come curatore. Si apre con tre brevi storie (rispettivamente di 3, 4 e 5 tavole) che si vogliono ricollegare alla tradizione degli E.C. Comics. Prosegue con 8 tavole scritte da Marco Rizzo per i disegni di Aurelio Mazzara, che pretendono di fare il verso a Kirby, raccontando la creazione del super soldato da parte dei nazisti. In una storia di 3 tavole, Niccolò Storai vorrebbe unire personaggi stile Toy Story con le tematiche di Tarantino. In chiusura Marco Dominici con 5 tavole di una storia che “nega ogni genere narrativo per seguire sé stessa” (parole di Toraldo). La lettura di questa rivista è piacevole ma troppo veloce, si consuma in pochi minuti.


La rivista costa 4,80 euro ed è ancora disponibile in vari siti di vendita, come questo.

2 commenti:

  1. Mi sembra un esperimento interessante. Se si è fermata al primo numero, mi viene da pensare che dietro non ci fosse una grande preparazione, soprattutto dal punto di vista della programmazione editoriale. Se si considera che Alan Ford, per esempio, aveva comunque 2-3 numeri "sicuri" (e poi andò avanti solo per la testardaggine di Bunker)... Evidentemente l'epoca delle riviste è proprio passata e non tornerà (peccato). I disegni poi non sono neanche male per essere roba di gente magari alle prime armi. Ubermann è un giochino divertente, per quanto un po' fine a se stesso.

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    1. Negli ultimi vent'anni, sono stati fatti diversi tentativi di riviste, ma nessuna è sopravvissuta. L'idea c'è ancora, diversi autori (già affermati) lamentano la mancanza di spazi dove pubblicare storie brevi. Quando si arriva a fare i conti si capisce che è impossibile: Fumo di China sopravvive con una distrubuzione "psrziale", non in tutte le dicole, e sono 32 pagine (compresa la copertina) a 4 euro. L'alternativa è un prodotto di nicchia (come stanno facendo alcune autoproduzioni), che poco ha a che vedere con le riviste come le abbiamo conosciute.
      p.s.: Recchioni dice che Dylan Dog Color Fest è una rivista d'autore

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