lunedì 3 gennaio 2022

Ultime letture: Il paese chiuso

Un editto reale del 1784 aveva concesso a Montetetro l’indipendenza, la piena sovranità sul piccolo territorio, che diventava uno stato. Il Marchese Dompleix è talmente felice che ripete continuamente “I santi mi guardano dall’alto” ed il popolo comincia a chiamarlo Dall’Alto e questo diventa il cognome della famiglia. Nel corso delle generazioni, a seguito di una serie di azioni legali, la proprietà viene spezzata fra tante famiglie, vengono eretti muri di confine e all’attuale discendente, Arturo Dall’Alto, non resta che la proprietà dei muri. Questo gli dà il diritto di riscuotere un pedaggio da chiunque attraversi uno dei numerosi cancelli, ma anche il dovere di correre, dalla mattina alla sera, ad aprirli e richiuderli al suonare delle campanelle, percorrendo i muri sui quali vive. Da questo complesso antefatto, parte Jean-Claude Forest per quella che doveva essere la sceneggiatura di un film, concepita subito dopo l’uscita nei cinema di Barbarella. Con i disegni di Jacques Tardi, Ici Même fu pubblicato nel 1978 a puntate sui primi numeri della rivista (A suivre), per un totale di 163 tavole, e successivamente raccolto in volume. Nel novembre 1980, L’Isola trovata lo propose in Italia con il titolo Il paese chiuso e i nomi di molti personaggi tradotti. Non è certo una storia d’azione, ci sono tanti dialoghi, spiegoni per introdurre il lettore nella complessa situazione in cui si trovano Arturo e Giulia, quella che possiamo definire la protagonista femminile. Giulia è figlia di una delle famiglie di Montetetro, la vediamo fare sesso con Arturo e altri uomini, spesso si inventa storie assurde e riesce a renderle credibili. Parallelamente alle vicende quotidiane di Montetetro, presto gli autori cominciano ad alternare quelle del governo centrale (siamo in Francia, anche se non viene detto esplicitamente), il cui presidente è nettamente in svantaggio nei sondaggi per le imminenti elezioni. Negli ultimi capitoli, la vicenda assume toni ancor più inverosimili di quanto non abbia avuto fin dall’inizio, con le decisioni del presidente uscente che coinvolgono Montetetro. 

 

La rilettura scelta per iniziare il 2022 è un fumetto abbastanza impegnativo, che necessita di un po’ di attenzione per non perdersi fra i nomi delle famiglie, i sogni di Arturo che irrompono nelle tavole come fossero reali e le bugie di Giulia. La storia è talmente curiosa e intrigante che riesce a scorrere bene, seppuer lentamente. Nell'introduzione, Forest accenna al significato di questo fumetto e parla di fascino esercitato su di lui "dalla meccanica delle cose. Più semplicemente, gli ingranaggi del mondo." Uno degli aspetti principali del libro è dato dalle motivazioni che spingono i personaggi a compiere le loro azioni, dalle personalità di Arturo, di Giulia, del droghiere, del presidente e degli altri.
I disegni di Tardi sono piacevoli, anche in bianco e nero, e insieme alla variegata costruzione delle tavole, contribuiscono a fare di questo libro un buon modo per cominciare l'anno.


 
Il libro fu pubblicato nel 1980 da L’Isola Trovata e ristampato da Coconino Press con il titolo Il signore di Montetetro, reperibile qui.

2 commenti:

  1. Il libro è stato ri-edito dalla Coconino a inizio anni duemila con il titolo "Il signore di Montetetro".
    Certo l'edizione dell'Isola Trovata è molto migliore, con un lettering più fedele allo stile dell'originale e un formato grande rispettoso dell'albo "alla francese".

    Trovo divertente che entrambe le edizioni usino un titolo loffio e tutt'altro che intrigante, quando basterebbe semplicemente tradurre quello originale, molto più affascinante: "Ici même", cioè "Proprio qui".

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    1. Grazie per l'informazione. Per quanto riguarda il titolo originale, forse c'era un gioco di parole con il cognome della famiglia, che si legge sulle lapidi al cimitero: "Meme".

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