Per motivi anagrafici non sono cresciuto con i manga, ma questo non è il mio primo fumetto
giapponese, giacché nella biblioteca poplite fumetti sono presenti le prime edizioni italiane di opere come I tre Adolf,
Akira e Nausicaä, oltre alle sequenze iniziali di diverse serie da edicola dei
primi anni ’90 ed a quanto è stato pubblicato sulle varie riviste. Certamente è
il primo libro con senso di lettura giapponese che mi trovo per le mani,
essendomi stato regalato. Chiusa la parentesi personale, passiamo al commento.
Mi piace la montagna ed ho letto con curiosità le descrizioni delle scalate, perché in fin dei conti è di questo che si tratta. La vicenda del fotografo che trova in un negozio una vecchia macchina fotografica, forse appartenuta ad un alpinista durante una spedizione del 1924, e che si mette ad indagare sulla persona che l’aveva ritrovata in montagna, è il pretesto per presentare una serie di scalatori, le loro imprese, gli stati d’animo e le motivazioni che li spingono ad affrontare sempre nuove e più pericolose sfide. Non è la lotta dell’uomo contro la natura, la montagna non è un nemico da sconfiggere; è l’uomo che vuole superare i suoi stessi limiti, che cerca di compiere imprese memorabili prima che siano altri a farlo. Taniguchi descrive tutto questo come solo un grande artista sa fare, con una certa lentezza perché è così che si affronta la montagna, senza fretta. Le stupende vignette con i paesaggi d’alta quota, alternate a quelle con i dialoghi, rendono ben meritata la qualifica di capolavoro a questo fumetto.
Mi piace la montagna ed ho letto con curiosità le descrizioni delle scalate, perché in fin dei conti è di questo che si tratta. La vicenda del fotografo che trova in un negozio una vecchia macchina fotografica, forse appartenuta ad un alpinista durante una spedizione del 1924, e che si mette ad indagare sulla persona che l’aveva ritrovata in montagna, è il pretesto per presentare una serie di scalatori, le loro imprese, gli stati d’animo e le motivazioni che li spingono ad affrontare sempre nuove e più pericolose sfide. Non è la lotta dell’uomo contro la natura, la montagna non è un nemico da sconfiggere; è l’uomo che vuole superare i suoi stessi limiti, che cerca di compiere imprese memorabili prima che siano altri a farlo. Taniguchi descrive tutto questo come solo un grande artista sa fare, con una certa lentezza perché è così che si affronta la montagna, senza fretta. Le stupende vignette con i paesaggi d’alta quota, alternate a quelle con i dialoghi, rendono ben meritata la qualifica di capolavoro a questo fumetto.
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