sabato 30 novembre 2024

La mia vita con i fumetti: Lucca Comics 2024



È per puro caso che questo articolo viene pubblicato nel giorno in cui si celebra la Festa della Toscana, in ricordo dell'abolizione della pena capitale, voluta dal Granduca Pietro Leopoldo. Quelle che vorrei abolire io, sono le inutili e sterili polemiche che accompagnano la manifestazione lucchese, prima, durante e dopo il suo svolgimento. In fiera ci sono decine di posti da visitare e centinaia di eventi, eppure c'è chi si lamenta per non essere riuscito a prenotare qualcosa, aver dovuto fare ore di code per un singolo padiglione o non aver potuto incontrare un autore; basterebbe accontentarsi di tutto il resto, che è molto, senza code o prenotazioni. A Lucca Comics ci sono anche troppe cose che si sovrappongono ed è impossibile seguire tutto quello che interessa. Invece, sembra che uno decida di affrontare viaggio e spese solo per incontrare due o tre autori, disinteressandosi delle altre centinaia; a mio avviso, decisamente una visione sbagliata. Meglio lasciar perdere. 

Ci sono poi quelli che "a Lucca il fumetto non c'è più"; quindi io avrei girovagato per cinque giorni nel vuoto cosmico e acquistato 25 kg di nulla, con sketch fatti dai fantasmi! Mi sento rispondere che tutto quello che viene venduto a Lucca si può acquistare su Internet. Non è vero, e, comunque, su Internet non c'è l'autore con cui parlare, manca il profumo della carta, non puoi prendere in mano il libro ed assaporare il piacere tattile delle dita che scorrono sulle pagine! Soprattutto, su Internet non ci sono gli amici con cui andare a cena!! Trovo quindi completamente assurdo e ridicolo il confronto fra andare in fiera e comprare su Internet. Meglio lasciar perdere.


Mostra per i 50 anni di Metal Hurlant.

Una delle stanze dell'area relax Level Up.

Francesca Ghermandi davanti alle sue opere.


Parlando della mia personale esperienza, di tutto quanto c'è a Lucca, a me interessano solo i fumetti e neanche tutti. Come sempre, ho frequentato soprattutto il padiglione Napoleone, finalmente ben organizzato e con spazi vivibili. Ho fatto acquisti in piazza San Martino e rapide incursioni ai padiglioni di Piazza Giglio, Via Garibaldi (commercianti), Piazza Antelminelli (Bonelli). Un discorso a parte per la Self Area, sempre bella, interessante, piena di fumetti e di autori che ti parlano delle loro opere; lì si tocca con mano il grande fermento che c'è fra i giovani fumettisti. Devo però azzardare una critica, forse troppo superficiale, derivante da ciò che ho percepito guardando le pubblicazioni presenti sui tavoli delle autoproduzioni. Sono sempre più deluso dalla somiglianza dei libri dei vari collettivi con quelli dell'editoria professionale, dalla loro ricchezza tipografica e conseguente prezzo alto e anche dalle troppe antologie. Rinnovo il mio appello a tutte le autoproduzioni: fate albi monografici, spillati, in bianco e nero, da prezzare a meno di 5 euro. Secondo me, ne vendereste di più e gli autori avrebbero i nomi in copertina, con tutti i vantaggi del caso. 


Da sinistra: Simon Bisley, Cecilia Capuana, l'interprete (voltato per parlare con Luca Raffaelli),
Jean-Pierre Dionnet, Tanino Liberatore.


Ho partecipato alle visite guidate, alla presenza dei rispettivi autori, alle mostre di Carmine Di Giandomenico e Francesca Ghermandi; ho incontrato, nei locali dell'area relax dei Level Up: Karl Kopinski, Daniel Cuello, Mattia Surroz e la coppia Teresa Radice e Stefano Turconi. Vedere gli autori in un ambiente intimo, con pochissime persone, ascoltarli e parlarci è un'esperienza molto intensa, uno dei motivi per pagare l'alto prezzo del biglietto Level Up. Ho assistito ad alcuni incontri ed ho visitato tutte le mostre a Palazzo Ducale, che sono sempre ben allestite, belle e interessanti. Poi c'era quella, affatto pubblicizzata, di Attilio Micheluzzi a Palazzo Guinigi, che presentava opere straordinarie, da sindrome di Stendhal.



Originale di Attilio Micheluzzi in mostra.

Gou Tanabe durante lo showcase all'auditorium San Romano.



Non mi ero fatto un'agenda di appuntamenti, ho preferito improvvisare, senza lo stress degli orari da rispettare, saltando incontri che mi interessavano e assistendo ad altri. Soprattutto, ho trascorso molto tempo a parlare con gli amici, e, complice il bel tempo e il fatto che, per la prima volta, ho alloggiato a Lucca, si è trattato di una vera vacanza, cinque giorni che mi sono goduto, lontano dai pensieri e dai problemi quotidiani, immerso nel mondo del fumetto, alla faccia di chi dice che a Lucca il fumetto non c'è più!
In conclusione, potrei dire che è stata la mia migliore Lucca di sempre.



Ingresso del Comics&Science.

Ingresso di Lucca Junior.



Infine, due parole sugli acquisti: 63 fra libri e albi a fumetti, dalle più svariate dimensioni e foliazione, che ho preferito mostrare nel video sottostante, anziché nelle consuete fotografie (la durata è di 22 minuti, qui si può vederlo su YouTube). Ho comprato libri nuovi con sketch degli autori, libri vecchi a metà prezzo (usati o leggermente fallati), ritirato volumi già pagati in preordine, preso pezzi da collezione, oggetti più da guardare che da leggere, fumetti moderni e antichi, classici e sperimentali, belli e brutti. Ho arricchito la biblioteca poplite fumetti, che sta per arrivare a quota 21.000 pezzi, nei settori che principalmente la caratterizzano e che ne fanno un contenitore documentativo di tutto ciò che è fumetto.







Piazza del Giglio occupata dalla Rai.



4 commenti:

  1. Bellissimo resoconto, viscerale e sentito!

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    1. Grazie Michele! Spero di essere riuscito a trasmettere, almeno in parte, l'intensità con cui vivo la fiera di Lucca.

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  2. Come sempre accade, a leggerti non solo invidio la tua capacità di sintesi ma anche l’entusiasmo che provi ancora nonostante tu abbia visto anche le “vere” Lucche degli anni ’80. È però ingenuo auspicare che non vi siano polemiche prima, durante e dopo: le polemiche hanno accompagnato Lucca da sempre, ancora da quando non era Lucca ma Bordighera: vedi il famoso resoconto della manifestazione a opera di Al Capp!
    Secondo me l’atteggiamento di chi va a Lucca solo per farsi fare la firma non è “sbagliato”: semplicemente, è lontano anni luce dall’idea che abbiamo noi. Forse è gente che conosce l’autore solo di fama, o che legge solo certe cose fregandosene del resto. Per me non ha senso fare file solo per una firma, da un disegnatore io pretenderei anche un disegnetto che però mi pare nessuno faccia più, non tra i big almeno, che vogliono piazzarti la commission. E con quello che fruttano oggi i fumetti non posso certo dar loro torto. Se uno va a Lucca SOLO per quell’autore e non riesce a cavarci nulla posso capire che sia incazzato. Non condivido la sua filosofia ma lo capisco. Tieni presente poi che un incontro diretto con un autore è (come tu stesso hai testimoniato) appannaggio dei pochi privilegiati che siano Level Up, accreditati stampa o abbiano le giuste entrature con editori od organizzatori.
    Innegabile che ci siano un sacco di eventi, incontri, tavole rotonde, ecc. (e tu non hai neanche seguito i Games e Comics&Science!) ma al figuro raccatta-firme di cui sopra cosa vuoi che importino?

    Il fumetto a Lucca e comprare online: ovviamente il fumetto c’è ancora, ma basta vedere i servizi giornalistici e quelli televisivi per rendersi conto che non è più la parte più rilevante e riconoscibile del tutto. Per quel che riguarda i 25 chili di materiale, rinnovo l’invidia per l’entusiasmo per le proposte attuali. Non comprando online non saprei se l’offerta fisica di Lucca è poi così simile a quella dei siti. Di certo ci sono delle variant che si trovano solo in fiera, come mi ha detto l’Architetto in merito anche a un numero di Topolino con la cover di Dell’Otto, ma qui forse si rischia di entrare nel campo della speculazione piuttosto che in quello di un “sano” collezionismo.
    Ovvio che avere la possibilità di toccare con mano un volume ti permette non solo di “gustarlo” ma anche di riconoscerne eventuali imperfezioni che online non puoi verificare, ma che c’entrano le cene con gli acquisti online? :D Quelle puoi farle con le stesse persone (o quasi) anche in altri contesti, come mi pare tu faccia.

    [continua]

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  3. Self Area: per me hai ragione da vendere, anzi rincaro la dose. Per me quest’anno la Self Area è stata proprio una delusione e quindi il 25% delle ragioni per cui vado a Lucca è sfumata. Condivisibile il discorso sul prezzo degli albi (sulle antologie invece non ho niente da ridire), a me però non dispiacciono dei bei volumi, in grande formato e ben disegnati, solo che quest’anno non ce n’erano! Ho visto tanta roba avanzata dagli anni scorsi e tanto, tanto, tanto manga. Avevo programmato di fare qualche recensione di quello che avrei comprato di “indie” esordendo dicendo che essendo giovani e “credendoci” gli autori indipendenti erano ancora gli unici a disegnare bene perché non avevano ancora preso abbastanza calci nei denti dal settore, ma purtroppo non sono riuscito a trovare qualcosa che brillasse per qualità estetica o per originalità, come ad esempio il Toni Lama dell’anno scorso. Per quanto mi sia sforzato, anche le nuove offerte della collana Finestrini di MalEdizioni mi sono sembrate ben poco attraenti e le ho lasciate lì.

    Le mostre quest’anno non mi hanno entusiasmato, per usare un eufemismo. Quella su Metal Hurlant era in pratica uno spot pubblicitario per la nuova rivista di cui oltretutto non si potevano nemmeno sfogliare decentemente i vari numeri a causa del sistema con cui erano assicurati agli espositori. Certo, vedere le tavole originali dell’Incal è stato emozionante. Dei giapponesi non me ne poteva fregar di meno e non mi pare che le autrici musulmane avessero un curriculum tale da doverle omaggiare con una mostra, anche se in effetti una era brava (ma i suoi si possono definire fumetti?). Per me la mostra migliore è stata quella della Ghermandi, poi de gustibus.
    Non ho però visto quella su Micheluzzi di cui tutti mi hanno detto un gran bene. Ci si stava andando con il B*ss*tt* ma l’ambiguità della location (palazzo Guinigi o torre Guinigi?) ci ha mandato fuori strada.
    A dirla tutta io mi sono goduto immensamente la mostra su D&D allestita dove l’anno scorso vendevano tavole originali (la Chiesa dei Servi, mi pare). Vedere dal vivo certi pezzi che erano copertine di moduli mitici è stato molto emozionante. De gustibus, appunto.

    Buona Festa della Toscana, ancorché in ritardo.

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