Da molto tempo,
rieco a concepire i fumetti da comprare nuovi, quasi esclusivamente nella loro forma di libri e questa
mia particolare visione, o limitazione, se vogliamo (che una volta andrà approfondita), condiziona
enormemente la riflessione che segue.
Negli anni del 15% (*),
molti di noi clienti del fumetto, trovandoci in librerie generaliste o presso
gli stand degli editori alle varie fiere, spesso decidevamo di rimandare
l’acquisto di un libro ad un altro luogo, fisico o virtuale, dove avremmo
ottenuto il famoso sconto massimo consentito dalla legge. Senza accorgercene,
eravamo diventati schiavi dello sconto 15%.
La vita è fatta
anche di piccole soddisfazioni, come vedere un libro, decidere che ci piace,
acquistarlo, arrivare a casa e leggerlo avidamente; ritardare di qualche giorno, significa
perdere la magia del momento. Oggi, da qualsiasi parte veda un libro (a
fumetti), diciamo da 20 euro, se mi piace, non penso a quel (misero) euro dato dal 5% di sconto, lo
compro a prezzo pieno e me lo godo, subito, senza aspettare.
In questo senso l’abbassamento
dello sconto (oltre a farci spendere più soldi o comprare meno fumetti) ci ha
resi più liberi, ci ha restituito la naturalezza degli acquisti compulsivi,
quel “l’ho visto e l’ho preso” che è uno degli ingredienti saporiti del nostro
mondo consumistico.
* Quanto sopra si riferisce
alla legge cosiddetta “salva lettura”, entrata in vigore a marzo 2020, la
quale, oltre a stanziare una marea di soldi per diverse iniziative, va a
modificare una precedente legge che stabiliva lo sconto massimo sui libri al
15%, e lo abbassa al 5%.
Ora, può sembrare
assurdo trovare aspetti positivi in un sostanziale aumento di prezzi, ma
trattandosi in realtà della diminuzione dello sconto, il quale non era affatto
dovuto, si sta recuperando una certa normalità. Pensandoci, i libri e gli altri
prodotti editoriali, hanno l’obbligo del prezzo stampato e ciò dovrebbe renderlo
“fisso”: oggi sostanzialmente è così, fatti salvi il (misero) 5% e gli occasionali
maggiori sconti. Il mercato non è più drogato e noi compratori non siamo più
alla spasmodica ricerca dello sconto, possiamo tornare a comprare quello che ci
piace, dove ci pare e sentirci di nuovo liberi.
Nelle tre foto: una piccola parte dei libri a fumetti presenti nella biblioteca poplite fumetti.
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RispondiEliminaSalve. Mi è piaciuto molto quanto scrivi, anche se confesso che ancora non so se sono d'accordo oppure no... Hai sicuramente ragione rispetto alla "schiavitù dello sconto" che ha in effetti condizionato molti acquisti. Penso anche alla mia libraia di fiducia (e qui parlo solo di libri, non di fumetti o libri di fumetti) che è contenta della legge, perché prima era impossibile "competere" coi Colossi dello Sconto. E' vero anche che questa diminuzione, o assenza, di sconto ci costringe a essere un po' più oculati con gli acquisti, e questo potrebbe non far troppo piacere agli editori. Personalmente mi ha toccato poco, in quanto i libri li compro nella mia libreria di fiducia e se non li ha me li faccio ordinare e li aspetto pazientemente, anche se li pago più di quanto li pagherei sul maggior venditore online, per una scelta mia di sostenere le librerie, delle quali qui a Torino c'è stata una morìa pazzesca, che ancora purtroppo continua...
RispondiEliminaAllo stesso modo, continuo a comprare i fumetti nella mia fumetteria di fiducia: per affetto, amicizia e sostegno, dato che non mi piacerebbe affatto se dovesse chiudere!
Volevo inoltre dirti che da anni non mi perdo un post del tuo blog e diversi fumetti li ho acquistati dopo aver letto i tuoi preziosi commenti, che considero sempre interessanti e piacevolissimi da leggere. Se non ho mai commentato è perché nei blog commento solo quando ritengo di avere qualcosa di interessante o utile o intelligente da dire. E questo non accade praticamente mai :-) Oggi ho fatto un eccezione.
Un caro saluto.