Opera
colta, liberamente tratta da A
boccaperta di Carmelo Bene, è un fumetto senza
parole, con didascalie a tutta pagina (stile cinema muto) all’inizio dei
capitoli. Il racconto della vita di San
Giuseppe da Copertino procede a due vignette per tavola,
tranne le scene dei sogni in cui troviamo illustrazioni a doppia pagina, il tutto
in un bel bianco e nero. È il primo graphic novel del messicano (che
attualmente vive a Napoli) Miguel Angel Valdivia il quale nella postfazione spiega
come il titolo derivi anche dai suoi inciampi, nei vari anni passati in
tentativi, ritenuti insoddisfacenti, di rendere a fumetti il testo di Bene che gli
ha cambiato la vita. Gli unici testi presenti nel fumetto, accreditati a non
meglio identificati Cyop & Kaf, sono quelli delle didascalie che introducono
i vari brevi capitoli e contribuiscono a rendere comprensibile il racconto, riassumendo
quello a cui stiamo per assistere ed assegnando il ruolo ai vari personaggi, come
l’inquisitore e il papa. L’ambientazione è vaga: il luogo non definito, ma comunque
nel sud d’Italia; l’epoca senz’altro moderna, vista la presenza di automobili e
televisori. Ad una prima rapida lettura si può rimanere abbastanza spiazzati:
pur trattandosi di un fumetto, nel senso tradizionale del termine, appartenente
al genere biografico, riesce a tradire qualunque aspettativa, in positivo o in
negativo. Magari occorrerebbe conoscere l’opera di Carmelo Bene, ma riflettendo
dopo aver chiuso il libro, ci si rende conto di come Valdivia sia riuscito a dare
una sua interpretazione di alcuni episodi della vita di Giuseppe Desa, senza
cadere nell’agiografia né, al contrario, nella dissacrazione. Con le sue mille
citazioni, questo fumetto vuole essere decisamente autoriale e se, da una
parte, riesce a dimostrare una forte peculiarità, dall’altra mostra qualche
incertezza. Non è certo un libro per tutti i palati, ma un’opera che si riesce
ad apprezzare sia visivamente che narrativamente.
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