Dopo Cappuccetto rosso redux, Danijel Zezelj ci offre un altro fumetto senza parole, che inizia in un bosco. Un uomo si allontana da un’auto in fiamme (è ribaltata, avrà avuto un incidente, ma non ci interessa) tenendo in mano una vanga con cui inizia a scavare, senza concludere. Si inoltra nel bosco, si addormenta e le meravigliose quattro tavole del secondo mini capitolo descrivono il sorgere del sole. L’uomo prosegue, cammina, corre, si arrampica sugli alberi, cade, si rialza, trova un fungo e lo mangia. Gli si para davanti un grande, maestoso cervo, non sappiamo se nella realtà o in un’allucinazione indotta dal fungo. I due fanno amicizia, proseguono insieme le peregrinazioni nel bosco senza fine, attraversando le stagioni. A primavera il cervo è scomparso e ha perso le corna, l’uomo le raccoglie, se le lega alla testa e prosegue da solo, fino a tornare al punto di partenza. La vanga è ancora lì, l’uomo riprende a scavare, trova quello che cercava, abbandona le corna ed esce dal bosco. Il finale è meglio non raccontarlo, ma fino a questo punto, il viaggio è stato bellissimo, in compagnia di un bianco e nero che sembra ripercorrere le tappe dell’evoluzione stilistica dell’autore croato, dalla pulizia alla sporcizia delle tavole, dalla stilizzazione alla ricchezza di dettagli. Un libro veramente molto bello.
Il libro è
pubblicato da Eris, costa 25 euro e può essere ordinato sul sito.
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