sabato 5 aprile 2014

Ultime letture: Comics Rama + Okay

Nei mesi di febbraio e marzo 1968 uscirono i quattro numeri della rivista Comics Rama che, nell'insolito formato di 26 x 35, presentava fumetti statunitensi che oggi sono dei classici. Nelle sue 48 pagine lucide, il quindicinale alternava il bianco e nero (32 pagine) al colore e quest'ultimo era forse il lato debole con risultati di scarsa efficacia.
Il piatto forte del menù (dal punto di vista dell'interesse storico, non della qualità delle storie) è senz'altro "Dynamo", serie di Wally Wood derivata da THUNDER Agents. Altro personaggio presente in tutti e quattro i numeri è Steve Canyon con le sue prime avventure. Nei primi due numeri si tenta un esperimento (bocciato dai commenti dei lettori) di ristampa di tavole riprese da vecchi giornali di trent'anni prima ed opportunamente ritoccate e pubblicate in bianco e nero. Compaiono così Brick Bradford, Mandrake e Raff pugno d'acciaio. Nel numero 3 si conclude Raff e vengono interrotti i due personaggi statunitensi. A completare il tutto abbiamo: Big Ben Bolt di John Cullen Murphy (nei numeri 1 e 4), Robin Malone di Bob Lubbers (nel n. 2 e nel 4) e Il Capitano Martin (nel n. 3). Presenti anche tavole umoristiche, "Henry" e "Pete il vagabondo", ed interessanti articoli di Franco De Giacomo.
La lettura di Comics Rama non offre particolari spunti se non il soddisfacimento di una curiosità.


Tre mesi dopo la chiusura di Comics Rama ci prova anche l'Editoriale Corno a fare una rivista simile: Okay ha un formato un po' più piccolo (24 x 31), meno pagine (soltanto 32), alterna colore e bianco e nero, escono solo quattro numeri ed è settimanale. In ogni numero un'enorme quatità di personaggi, normalmente con due pagine a disposizione: X 9, Mandrake, L'Uomo mascherato, Steve Canyon, Brick Bradford, Flash Gordon, Matt Dillon, Rip Kirby e Prince Valiant. Il tutto oltre a tavole umoristiche, un racconto di Max Bunker, articoli e rubriche. Il western Matt Dillon ha un po' più spazio (4 pagine nei primi tre numeri) ed è l'unico che nel quarto ed ultimo numero vede concludere la propria avventura; tutti gli altri restano con il laconico "continua sul prossimo numero".
Okay pubblica le strisce e le tavole in modo decisamente migliore rispetto al quindicinale che l'ha preceduta: il bianco e nero è quasi sempre perfetto ed il colore, pur se con toni troppo accesi, è accettabile.
C'è poco da leggere: una sola storia avventurosa, qualche tavola umoristica e curiosità varie.

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