Taxo
è il nome di un servizio di trasporti, il protagonista è un autista che un nome
non ce l’ha, ma ha molti copricapi e li cambia ad ogni vignetta. Sfogliando il
libro si pensa subito all’Arzach di Moebius ed i punti di contatto ci
sono. Il tassista è un solitario che in ogni breve storia accompagna un diverso
cliente, visitando così in lungo e in largo un pianeta popolato da mostri,
giganti, vestigia di un passato remoto. È un osservatore, uno che non incide
sugli avvenimenti e neppure li subisce, si limita a darcene testimonianza. Piccoli
episodi di cui spesso non ci viene rivelato il significato, perché l’importante
è la poesia che circonda tutto quanto. Ad esempio, l’episodio intitolato Corsa
080385 - Stupore è composto da sole quattro tavole senza parole: il veicolo è
fermo in una strada in mezzo al deserto, l’autista e la cliente osservano con
stupore un essere gigantesco che camminando attraversa la loro strada. Ha
fattezze umane, la testa pelata ed una barba lunga e folta, è completamente
nudo e non si cura affatto della presenza dei due. Tutto qui, senza alcuna
spiegazione, perché non ce n’è bisogno, non è importante. Un libro molto
intenso di Carmelo Calderone.
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