Ultimo numero con cui si conclude la corsa
di questa bella e interessante rivista; un fascicolo brossurato dove terminano
le serie a puntate ed altri fumetti ci allietano per l’ultima volta. Ma se Amianto
finisce Amianto Comics continua e ne vedremo delle belle!
Ecco dunque la migliore delle occasioni per commentare l’intera serie, partita col numero zero nell’aprile 2016 e conclusasi a ottobre 2019 con questo numero 10. Sono state presentate alcune storie a puntate, serie composte da episodi autoconclusivi e molti racconti “liberi”, tutti in bianco e nero ed appartenenti ai generi narrativi più disparati. Se è innegabile che ci siano stati alti e bassi, è altrettanto vero che la qualità media dei fumetti “amiantici” è notevolmente alta e che la scelta di stampare tutto in bianco e nero, mantenendo popolare il prezzo di copertina, si è rivelata ottima.
Dopo il numero zero, ce ne sono stati altri contenenti solo storie autoconclusive, perché è più facile attirare nuovi lettori, in particolare il n. 4 ed il n. 6 nei quali, oltre ai "liberi" troviamo due episodi del poliesco Rick Derian.
Nel n. 1 iniziano tre storie a puntate, qui chiamate "saghe", la più impegnativa delle quali è Mia e le mura di Hover di Matteo Polloni e Sara Guidi che con sette capitoli ed uno spin-off ci accompagnerà fino all'ultimo numero della rivista. Una classica storia di fantascienza che partendo da un mondo cupo, termina con una nota di speranza.
Dark hope, di Alessandro Benassi e Massimiliano Bruno, ci porta nel sovranaturale e finirà catastroficamente nel n. 9 dopo sei parti.
Dering Wood è un horror di Federico Galeotti e Daniele Ariuolo, composto da tre capitoli.
Come detto il resto delle pagine di questa rivista presenta brevi racconti autoconclusivi che si possono scaricare gratuitamente dal sito.
Ecco dunque la migliore delle occasioni per commentare l’intera serie, partita col numero zero nell’aprile 2016 e conclusasi a ottobre 2019 con questo numero 10. Sono state presentate alcune storie a puntate, serie composte da episodi autoconclusivi e molti racconti “liberi”, tutti in bianco e nero ed appartenenti ai generi narrativi più disparati. Se è innegabile che ci siano stati alti e bassi, è altrettanto vero che la qualità media dei fumetti “amiantici” è notevolmente alta e che la scelta di stampare tutto in bianco e nero, mantenendo popolare il prezzo di copertina, si è rivelata ottima.
Dopo il numero zero, ce ne sono stati altri contenenti solo storie autoconclusive, perché è più facile attirare nuovi lettori, in particolare il n. 4 ed il n. 6 nei quali, oltre ai "liberi" troviamo due episodi del poliesco Rick Derian.
Nel n. 1 iniziano tre storie a puntate, qui chiamate "saghe", la più impegnativa delle quali è Mia e le mura di Hover di Matteo Polloni e Sara Guidi che con sette capitoli ed uno spin-off ci accompagnerà fino all'ultimo numero della rivista. Una classica storia di fantascienza che partendo da un mondo cupo, termina con una nota di speranza.
Dark hope, di Alessandro Benassi e Massimiliano Bruno, ci porta nel sovranaturale e finirà catastroficamente nel n. 9 dopo sei parti.
Dering Wood è un horror di Federico Galeotti e Daniele Ariuolo, composto da tre capitoli.
Come detto il resto delle pagine di questa rivista presenta brevi racconti autoconclusivi che si possono scaricare gratuitamente dal sito.
Tutti i numeri di Amianto dallo zero al 10 ed una stampa. |
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