Dopo il primo volume Ausonia decide che il racconto della "miserevole vita di uno scrittore di successo" continua e così ne escono un secondo ed un terzo. Tutti e tre sono strettamente legati fra loro tanto che le copertine risultano praticamente uguali e la numerazione delle pagine prosegue da un libro all'altro.
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Le copertine dei tre volumi a confronto. |
La lettura del
primo libro porta ad innamorarsi e prendere anche gli altri due. Dal secondo si cambia registro rispetto alla prima parte: qui non c'è più sporcizia, le pagine sono pulite e scopriamo che tutto il primo capitolo era il racconto che il protagonista sta facendo ad un cronista radiofonico un anno dopo gli avvenimenti narrati. Inoltre abbiamo precisi riferimenti geografici e temporali, che prima si potevano solo intuire (Berlino, aprile 1960) e scopriamo che i personaggi sono coscienti di essere animali. Queste non sono le uniche novità, perché l'autore inserisce un livello superiore in cui dialoga con il proprio "editor interno" che abita nella sua testa. In questo livello narrativo ci sono anche sequenze fotografiche, veri e propri fotoromanzi brevi. La lettura del secondo volume scorre molto bene, nel terzo risulta un po' eccessivo lo spazio dedicato alle discussioni sui massimi sistemi. Ad un certo punto il racconto si interrompe e riprende dopo oltre cento pagine durante le quali l'autore disquisisce sul fumetto, sulla narrazione in generale, su se stesso. Inserisce 8 tavole scartate dal primo volume, qualche schizzo preparatorio, molte fotografie, brevi fotoromanzi; il tutto impaginato sempre in modo diverso. Bello da vedere, interessante da leggere, ma estremamente noioso; un proverbio recitata: "il gioco è bello quando dura poco" e questo dura veramente troppo.
Se le 488 pagine totali dei tre volumi fossero state distribuite equamente fra tavole a fumetti in cui il racconto procede e sequenze di altro tipo, magari ad intervalli regolari, la lettura sarebbe risultata maggiormente piacevole. In questo modo il primo volume ed il secondo scorrono benissimo, nel terzo ci si blocca. Un saggio breve sul significato del narrare o un altro su quale sia l'originale di un fumetto, stanno bene come prefazione o postfazione, nel mezzo ad un racconto stonano decisamente. Anche le sequenze fotografiche sono paragonabili a "contenuti extra" che di solito stanno alla fine, se non addirittura in una pubblicazione separata, qui sono inserite nel testo.
Con questo l'opera non perde il suo fascino, anzi acquista in
originalità; quello che manca è un dosaggio fra narrazione e
riflessione. Considerando solo il fumetto, è una storia veramente bella, disegnata e narrata bene. I personaggi, seppur raffigurati come insetti, sono molto umani nei loro comportamenti, spesso imprevedibili.
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Tavola dal secondo volume con i protagonisti in intimità e poi un dialogo con l'editor interno. |
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Sequenza fotografica dal secondo volume; le didascalie riportano un dialogo con l'editor interno. |
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Tavola dal terzo volume. |
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Sequenza fotografica dal terzo volume: l'autore (mai inquadrato) distrugge le tavole di questo libro. |
I tre voluni sono pubblicati dall'Associazione Culturale Double Shot e possono essere ordinati in fumetteria o in
Internet.