Così
come la prima storia in Russia anche le due successive di Tintin,
rispettivamente in Congo e negli Stati Uniti, sono fumetti destinati ad un
pubblico infantile degli anni ’30 ed oggi fanno un po’ tenerezza per l’uso di
stereotipi e per l’ingenuità dei personaggi. Da un punto di vista stilistico
però si fanno leggere con piacere ad un buon ritmo e dimostrano un’ottima
padronanza delle sequenze dinamiche, questo grazie al fatto che si tratta delle
versioni a colori ridisegnate da Hergé negli anni ’40. In entrambi i volumi
manca una vera trama che leghi le gesta del protagonista, si procede piuttosto
per episodi e soltanto il ritorno di personaggi dopo molte pagine ci ricorda da
dove Tintin era partito. Siamo di fronte ad aggiustamenti di tiro per una serie
che deve ancora decollare.
Le
storie di Tintin sono state ristampate più volte, segnalo in particolare il cofanetto
integrale e l’edizione in otto
volumi, entrambi della Rizzoli – Lizard.
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