Riassumendo un po’
di storia: all’inizio del 1967 c’era solo Linus in mezzo al deserto (Eureka
sarebbe arrivata a novembre di quello stesso anno), quando l’imprenditore
genovese Florenzo Ivaldi incontrò il suo autore preferito e lo invitò a
trasferirsi nella sua città, dove gli avrebbe fornito un alloggio e uno studio
e dato carta bianca per la creazione di una rivista a fumetti e di una storia inedita da pubblicare a puntate. Hugo Pratt accettò,
Ivaldi acquistò i diritti di pubblicazione dei
suoi stessi fumetti, già usciti in Argentina, e gli affiancò Claudio Bertieri per curare quella rivista
che prenderà il nome dal famoso personaggio, ed il cui numero 1 uscì in
edicola a luglio 1967, con la prima puntata di Una ballata del mare salato. Alla nascita di questa rivista ed alle splendide
copertine di Pratt, è dedicato un libro molto grande e molto bello.
La rivista non raggiunse mai alti livelli di vendita ed ebbe una vita editoriale travagliata. Con il numero 18 (che era il diciassettesimo, essendoci stato un fascicolo con doppia numerazione), si concluse l’avventura in edicola, per proseguire in abbonamento, e con il 30 del dicembre 1969 cessare le pubblicazioni. Questi dodici numeri vennero pubblicati per garantire la conclusione di tutti gli abbonamenti in corso, dimostrando serietà e correttezza da parte di Ivaldi nei confronti dei lettori.
Dopo tre anni di
pausa, nel 1973, Sgt. Kirk tornò a vivere, distribuita solo nelle
librerie, con periodicità trimestrale, per poi passare alla
bimestralità. Nel frattempo, Pratt non collaborava più strettamente con Ivaldi,
e sulla rivista non apparvero altri suoi fumetti inediti, solo le copertine, mentre il Sgt. Kirk continuò ad essere presente, con le sue avventure, in ogni numero,
fino alla fine.
Sono questi gli
anni migliori, in cui ogni numero è uno spettacolo, a partire dalle copertine,
che dopo un po’ diventano appannaggio di Sergio Toppi, per continuare con la
qualità della carta e della stampa, con i fumetti e le illustrazioni e con gli articoli
sul fumetto. Fra tutte le riviste che mi ritrovai il fatidico giorno, quando scoprii il mondo oltre le edicole,
Sgt. Kirk fu quella di cui mi innamorai; purtroppo era il penultimo
numero, il 60.
Venendo ai
difetti, alla seconda metà della rivista si può rimproverare soltanto l’aver
lasciato alcune storie a puntate interrotte nell’ultimo numero, con
l’attenuante che poi vennero recuperate in volumi dalla stessa veste editoriale.
Diverso è il discorso dei primi 30 numeri, che presentano una qualità della
carta altalenante, buona nei numeri da 4 a 10, scarsa negli altri, ed una conseguente
stampa non soddisfacente. Essendo, tutti i numeri di Sgt. Kirk, in
bianco e nero, tale difetto è amplificato; e questo non solo con i parametri di
oggi, ma anche considerando che il prezzo di copertina era di 500 lire, contro
le 300 lire di Linus. Nei primi numeri, la rivista ospita anche alcuni
fumetti sindacati statunitensi, come Terry e i pirati, Red Barry,
Little orphan Annie, Radio patrol, e quasi tutti sono stampati in
dimensioni ridotte, con il lettering al limite della leggibilità. Infine, ci
sono degli intermezzi umoristici, sempre a fumetti, che hanno il sapore di
riempitivi.
Nella rivista Sgt.
Kirk, trovano posto le opere di Pratt, di altri autori argentini ed alcuni
italiani. Nei numeri dal 31 in poi, si può godere dei vari stili di bianco e
nero, con l’ampio formato e l’ottima qualità di carta e stampa. Un altro contenuto
degno di nota, che troviamo fin dall’inizio e che sarà mantenuto per tutti i 60
numeri, è la parte saggistica, con interessanti articoli dei maggiori esperti
di fumetti.
Negli anni ’80, arriveranno le riviste a colori, ma il fascino delle pagine di Sgt. Kirk rimarrà insuperato.
Per completezza, cito anche le due pubblicazioni che si ricollegano alla rivista Sgt. Kirk. Nel luglio 1997, per celebrare i trent'anni dall'uscita del numero 1, Ivaldi diede alle stampe il numero (62), messo fra parentesi perché non riparte da dove era rimasto il 61, ma contiene alcune storie autoconclusive.
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