La premiata ditta Christin e Bilal ci racconta di un’utopia che si concretizza, accontentando molti, ma non tutti. La vicenda inizia con la morte di un ricco industriale, padre e padrone di un paesino in cui tutti lavorano nelle sue fabbriche. La nipote, unica erede, decide di costruire una nuova avveniristica città, dove tutte le regole del vivere in comunità sono sovvertite. Quando finalmente la città e pronta e gli abitanti vi si trasferiscono, alcuni dei personaggi che abbiamo conosciuto nel corso della storia, preferiscono allontanarsi e restare al precedente stile di vita. Diversi significati possono essere attribuiti, ad esempio il valore del saper apprezzare quello che abbiamo, senza rincorrere promesse troppo allettanti.
Gran bel fumetto, qui la serie cominciava veramente a ingranare e poi sarebbero arrivati i due capolavori finali. L'edizione che citi, però, non era proprio il massimo per me. Sì, formato enorme, ma la carta non era patinata e permaneva il viziaccio di mettere in copertina una vignetta ingrandita. E per l'epoca costava un botto. Questo almeno ricordo dalla mia presa visione in biblioteca, perché il volume non ce l'ho!
RispondiEliminaPS: CHristin, non Cristin ;)
A quanto mi ricordo, nel 1984, un volume così andava già bene. La qualità di carta, stampa e rilegatura delle varie collane della Nuova Frontiera e dell'Isola Trovata, era decisamente inferiore. Il prezzo di copertina è stato quello che, probabilmente, ha fatto naufragare molto presto l'iniziativa Bonelli / Dargaud.
EliminaBeh, ma i volumi della Nuova Frontiera e gli Albi Orient Express erano brossurati, non c'era confronto (alcuni erano comunque su carta patinata). E poi costavano la metà se non meno dei Bonelli-Dargaud che credo uscissero solo il libreria.
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