La bellezza di questo libro sta, paradossalmente, nel fatto che non racconta una vera storia, ma fotografa una situazione. Ci sono due linee temporali, inizialmente distanti poche ore l’una dall’altra, che si ricongiungono. La protagonista ha una doppia vita: è impiegata in un generico ufficio e la vediamo uscire il venerdì pomeriggio, fermarsi per strada per parlare al telefono col suo ragazzo e arrivare ad un impianto sportivo, dove prende vita Princesse Suplex. La seconda linea temporale è il combattimento sul ring, dove è famosa ed amata dal pubblico. Tutto qui: non c’è un vero inizio, uno svolgimento ed una fine, è quasi il prologo di una storia che non è mai stata raccontata. Eppure, è bello, si legge con piacere, ci si affeziona la protagonista.
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