Bellissimo volume che nel 2020 si è aggiudicato il Premio Andersen per il “miglior libro fatto ad arte”. La vita di uomo raccontata per coppie di pagine: a sinistra il personaggio, a destra ciò che lui vede; semplice e fantastico. Sotto alle immagini a sinistra, ci sono lapidarie didascalie con la data e il luogo; nient'altro, ma sufficienti a farci sapere che il nostro (il nome viene svelato solo nelle ultime pagine, in modo del tutto casuale) è nato in Alaska nel 1956 e lì è morto nel 2026. Ha lavorato alla Nasa, si è sposato a Houston e successivamente separato, dopo aver generato un figlio. Tutto questo è intervallato da alcune serie di illustrazioni a doppia pagina, che esulano dal gioco degli “sguardi” e sottolineano i momenti salienti della vita del personaggio. In particolare, al centro libro, vediamo la missione spaziale a cui partecipa nel 1990. Lo stile grafico è minimalista, ad esempio non vengono mai disegnati i volti delle persone, neanche quando le vediamo frontalmente, composto da forme geometriche e colori piatti. Sembra un libro per bambini ed è pubblicato in Italia da un editore specializzato in quella fascia di età, ma si tratta di un gioiello grafico e narrativo che gli adulti possono apprezzare. Potremmo disquisire sulla collocazione fra i fumetti, ma è inutile, quest’opera non può essere incasellata, costruisce un modo di narrare tutto suo, un’invenzione di Tom Haugomat. L’autore intende giocare con il lettore, fin dal titolo, con la parola “spazio” che assume un diverso significato quando scopriamo il mestiere del protagonista, e la copertina in tinta unita, con una fessura a forma di binocolo da cui appare uno scorcio dell’Alaska. Un libro entusiasmante, un oggetto fantastico, un vero capolavoro.
Il libro è pubblicato da Terre di mezzo Editore, costa 20 euro e può essere ordinato sul sito.
Quindi era questo il libro di cui mi avevi accennato. Sembra interessante, anche se molto minimal. Tra le sperimentazioni analoghe forse è meglio Gli Occhi del Gatto di Moebius.
RispondiEliminaIo non definirei sperimentali, né questo né Moebius (che mi sono andato a riguardare sul n. 1 dell'edizione italiana di Métal Hurlant). Sono comunque due opere estremamente diverse.
EliminaBeh, dai almeno un po' di sperimentalismo c'è in entrambi. La struttura delle pagine contrapposte mi sembra un grosso punto di contatto (anche se ne Gli Occhi del Gatto era diverso, ovvio).
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