La genesi di
questa storia è nota: Claude Moliterni aveva individuato nel giovane Milo
Manara l’autore ideale per una serie western che poi si fermò al primo episodio
quando la casa editrice Dargaud fu ceduta ad un gruppo cattolico. Il titolo era
Quattro dita e sarebbe stato spiegato nel secondo episodio mai
realizzato: il protagonista nei saloon chiede sempre “quattro dita di whisky”. In
Italia la storia fu serializzata sui primi numeri della rivista Pilot e ristampata per la prima volta in questo primo supplemento. Il
protagonista è in viaggio dall’Arizona verso il nord-est per ricongiungersi
alla fidanzata, quando incontra uno strano personaggio, un vecchietto con la
divisa dell’esercito inglese, poi una bellissima ragazza indiana che i militari
stanno scortando ad un forte. Un quarto personaggio si aggiunge al gruppo, che
fra separazioni e riunioni vive strampalate avventure fino al tragico finale. Con
la ragazza indiana Manara gioca la carta della sensualità, riuscendoci da gran
maestro. La storia è leggera, piena di siparietti divertenti e si legge
velocemente e con piacere.
La storia L’uomo
di carta è stata ristampata molte volte, ad esempio nelle varie collane allegate
ai quotidiani dedicate alle opere di Manara.
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