La breve ma intensa vita di questa rivista, sorella minore di Linus, è caratterizzata dalle due anime che nel numero zero (dicembre 1967) sono rappresentate dalla duplice testata "Ali Baba" (in copertina) e "Robinson" (in quarta di copertina): la prima è la modernità, la seconda il classico. Questa dicotomia si perderà nell'ultimo numero (dicembre 1968, omaggio a chi sottoscriveva l'abbonamento cumulativo a Linus e Supplementi di Linus) che, rivolgendosi ad un pubblico di "soli genitori", presenta soltanto personaggi femminili abbastanza scollacciati.
Una colonna portante delle quattro uscite è senza dubbio Guido Crepax, presente con massicce dosi di Valentina nei numeri zero, 2 e 3, mentre nel numero 1 (marzo 1968) troviamo una breve ma interessante storia di Bonnie e Clyde cui spetta anche l'onore della copertina. Altra presenza costante è Wolinski con le sue Hit - Parade.
Dal n. 1 al 3 un fotoromanzo a puntate, in bianco e nero, del regista Jérôme Savary intitolato "Letizia" rappresenta la vera novità di questa rivista; sceneggiato come un fumetto, con tanto di nuvolette, racconta una storia abbastanza sconclusionata. L'intento era quello di marcare una differenza rispetto ai classici fotoromanzi "popolari" ed è stato centrato in pieno.
Tornando ai fumetti, nei sommari dei quattro numeri troviamo fra gli altri: Jeff Hawke, Dick Tracy, Barbarella, Romeo Brown, Il conte di piombo di Hector Sapia, Jane di Mike Hubbard, Ulisse di Lob e Pichard e poi ancora i Peanuts, Nicola Biggelow, Fra Salmastro da Venegono, Krazy Kat, le tavole di Jules Feiffer e una breve apparizione di Robert Crumb. Per il contenuto completo rimando ai Jones Boys.
Un piatto misto e ricco che nel numero 2 (maggio 1968) permette di gustare illustrazioni di Chas Addams e una breve storia di Archie Goodwin e Gray Morrow. Un piatto molto ricco e forse troppo misto; una rivista che voleva essere moderna ma aveva un sapore antico.
L'ultimo numero è "speciale" non solo di nome ma anche per la veste editoriale: un diverso e migliore tipo di carta fa risaltare il bianco e nero, la rilegatura e la copertina di cartoncino pesante lo rendono più simile ad un libro da conservare che ad una rivista usa e getta. Soprattutto il contenuto ne fa una pubblicazione moderna; anche se accostare le strisce di Jane e di Romeo Brown alle tavole di Valentina e di Barbarella può sembrare azzardato, ma in realtà non lo è affatto, sono tutti fumetti permeati di una modernità (per l'epoca) data dalla presenza di personaggi femminili tutt'altro che classici.
Nei primi tre numeri invece, simili per forma e contenuto ai Supplementi di Linus, si respira un sapore di già visto, con l'unica eccezione del fotoromanzo. L'anno dopo i contenuti di questa rivista verranno in parte trasferiti sui Supplementi che saranno 6 (come promesso dalla campagna abbonamenti) più un Valentina Speciale che ricorda l'ultimo Ali Baba.
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