lunedì 6 gennaio 2020

La mia vita con i fumetti: Un ricordo


A Lucca Comics 2019 ebbi la notizia che un paio di settimane prima era morto Mauro Ricciardelli e voglio qui ricordare ciò che per me ha rappresentato.
Nel 1975 aprì a Firenze il negozio Al Fumetto, la cui insegna ricalcava la testata della rivista dell’Anaf Il Fumetto, nella mitica sede di Via Giovanni della Casa 12 rosso: un ambiente piccolissimo, con un soppalco, che ufficialmente era un club a cui potevano accedere solo i soci ed anche a me fu fatta subito una tessera. Era pieno di giornalini usati e di meravigliose “ristampe amatoriali”, così si chiamavano in particolare gli albi spillati che riproponevano in “anastatiche” o “cronologiche” vecchi fumetti anteguerra. Mauro aveva un altro lavoro (non ho mai saputo quale), il negozio apriva solo alcuni giorni a settimana nel tardo pomeriggio e il sabato, ma era diventato un punto di riferimento degli appassionati tanto che si formò un “entourage” di collaboratori per una piccola attività editoriale. Furono dapprima stampate alcune anastatiche e qualche cronologica, poi fu varata la stupenda rivista Funnies. Quando scoprii l’esistenza del negozio, come ho raccontato in un precedente articolo, era il 1981 ed era già iniziato il progetto più ambizioso che un editore amatoriale potesse concepire, oltretutto senza avere i diritti per poterlo fare: The Complete Carl Barks ovvero l’opera omnia disneyana dell’uomo dei paperi in 32 volumi cartonati di grande formato in bianco e nero. Anni dopo nacque una vera e propria casa editrice, la Glittering Image Edizioni d’Essai che pubblicò, fra le altre cose, la rivista Diva e diversi volumi con fumetti erotici, in amichevole competizione con la Glamour International Production di Antonio Vianovi (anche lui fiorentino, recentemente scomparso). Nel frattempo, l’attività si era trasferita in una nuova e più ampia sede e la magia del negozietto intimo come un rifugio di montagna si era persa per sempre. 
Prendo a prestito le parole di un mio amico per dire che Mauro ha fatto fumettisticamente da babbo a noi appassionati di un’altra generazione. I primi anni che frequentavo il negozio Al Fumetto ero studente e potevo spendere solo ciò che risparmiavo della paghetta settimanale che mio padre mi passava e Mauro mi concedeva credito. Compravo fumetti e pagavo tramite bollettini postali, ogni mese la cifra che potevo, se non ricordo male per un lungo periodo si trattò di 30.000 lire per volta. Quando poi andavo a Firenze portavo le ricevute dei pagamenti, si aggiornava la scheda e compravo altri tesori. In quel periodo iniziai ed in gran parte completai le collezioni delle riviste saggistiche Il Fumetto, If, Wow e Comics, ma anche Sgt. Kirk dell’editore Ivaldi, la cronologia del Brick Bradford di Ritt e Gray della Comic Art e Prince Valiant dell’editore Camillo Conti. L’ultima volta che vidi Mauro, un paio d’anni fa nel nuovo negozio di Scandicci gestito dalla figlia, mi chiese se avessi poi terminato la collezione di Valiant e fu come tornare indietro nel tempo.
Mi piace infine ricordare una frase che Mauro pronunciò in pubblico, non ricordo in quale occasione: "Io sono il Richelieu del fumetto italiano".
 

Mauro Ricciardelli (a sinistra) davanti al proprio stand, con il sottoscritto a Lucca nel 1999.
Esterno ed interno della tessera Al Fumetto Club.
Seconda di copertina del n. 1 di Funnies.

Seconda di copertina e prima pagina del n. 10 di Funnies.

Catalogo di alcune delle pubblicazioni di Al Fumetto Club dal n. 17 di Funnies.
The Complete Carl Barks nella mia collezione.

3 commenti:

  1. Che bell'amarcord. Chissà cosa voleva dire il riferimento al cardinal Richelieu, forse solo un gioco di parole col suo cognome.

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  2. L'unico significato a cui ho sempre pensato è il mecenatismo. Eravamo ad una cena da lui offerta (forse in occasione dell'inaugurazione del nuovo negozio) e dovevano essere presenti autori pubblicati da lui, forse con delle tavole in mostra perché quando mi invitò parlò di "vernissage". Chissà? Proverò a chiedere a qualcuno che era presenta.
    Una curiosità sulla foto del 1999: riguardando il mio abbigliamento, doveva essere l'edizione primaverile, nel qual caso è esattamente quando comprai il Texone di Magnus che ho riletto a Capodanno.

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  3. Ah, OK, c'è una valida spiegazione, quindi.

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