sabato 5 ottobre 2013

La mia vita con i fumetti: la prima volta a Lucca

Sul finire degli anni '70, mentre frequentavo le scuole medie e i primi anni delle superiori, iniziai a comprare le riviste a fumetti. I pochi arretrati di Linus e le altre che trovavo al banco del mercato e, nel '78, i nuovi numeri di Eureka in edicola. In alcune di queste riviste mi affascinavano i resoconti del Salone dei comics che si svolgeva a Lucca, quindi non troppo lontano da casa mia (circa 70 km) ogni due anni. Iniziai a sognare come dovesse essere un "salone": un fantastico luogo dove trovare qualsiasi fumetto e incontrare qualunque persona.

Nel 1980 il babbo di un mio amico aveva promesso di portarci a Lucca ma all'ultimo minuto cambiò idea. La delusione fu enorme e il sogno continuava.

Due anni sono lunghi, ma il Salone del 1982 finalmente arrivò. Essendo nato a novembre non avevo ancora la patente e mi misi a studiare gli orari dei treni. Il percorso ferroviario per raggiungere Lucca dalla Valdelsa era, ed è tutt'ora, tragico. Tentai quindi un sistema misto.

La domenica alle 14 mi recai alla stazione per prendere il treno in direzione Empoli e scendere alla penultima fermata: Ponte a Elsa. Da li, dopo un paio di chilometri a piedi per superare la zona del cimitero dove erano diretti molti automobilisti, mi misi a fare l'autostop. Il primo passaggio fu breve (fino al bivio con la statale) e inutile perché il passaggio successivo proveniva dalla stessa direzione. Questo mi lasciò a Porcari, già in prossimità di Lucca, dove un giovane con l'auto targata Pistoia mi diede l'ultimo passaggio: anche lui andava al Salone! A Lucca c'era ancora il parcheggio sopra le mura e da lì il giovane mi indicò dove erano la stazione e l'agognato Salone.

In breve raggiunsi il "pallone" in piazza Napoleone: l'emozione era tanta e il tempo poco. Mi rimaneva infatti un'ora prima della partenza del treno per Pisa, da dove dopo due cambi, sarei arrivato a casa in tempo per la cena. Calcolando un quarto d'ora per arrivare alla stazione e fare il biglietto, avevo 45 minuti per godermi il tanto sospirato Salone.

Il primo stand che vidi entrando fu quello di Alessandro Pastore: lo ricordo indaffarato a sistemare al meglio i molti volumi francesi nel piccolo spazio a disposizione. Poi le immagini si fanno più confuse, i ricordi sbiaditi; so solo che feci due volte il giro del pallone prima di decidere come investire i pochissimi soldi a disposizione.

La scelta cadde su due numeri di Fumo di China (che all'epoca era una fanzine), esattamente il 14 e il 15, e un libro di Franco Fossati: Superman, biografia di un eroe. Quindi nessun fumetto! I fumetti già da un anno li prendevo al negozio di Firenze e a Lucca cercavo cose che non potevo procurarmi altrove.

Corsi alla stazione con quei gioielli che no ebbi il coraggio di sfogliare durante il tragitto in treno. Non volevo condividere con gli altri viaggiatori, l'emozione doveva essere solo mia.

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